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Due file di armadietti colorati

Il primo giorno di lavoro

by Marco
Marzo 14, 2021
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Quando servirebbe solo un pochino di culo.

Prima Luca poi Francesco, Valeria, Francesca, Daniel … tutti andati… via.

Ora è il mio turno!

Il ciclo era ormai finito. In 8 mesi la vera “Digital Transformation”. Nuove facce, vecchie scrivanie.

Dopo quattro anni al Centro Leoni B era arrivato il momento di “crescere” e ripartire da un’altra parte. I cambiamenti non mi hanno mai spaventato; è sempre prevalsa la curiosità: nuovi colleghi, nuovi uffici e nuovi capi.

Venendo poi dallo mondo dello sport e dopo aver “girato” molte squadre con ogni anno nuovi compagni ero certo che avrei trovato presto una quadra e sarei riuscito a muovermi agevolmente anche quì. Era una questione di pochi mesi.

Poi non avevo altri motivi per preoccuparmi quello che mi chiedevano di fare era esattamente quello facevo quotidianamente da circa 7 anni.

Il nuovo ruolo è esattamente quello che stavo cercando da parecchio tempo:

  • Finalmente in azienda, dopo anni in consulenza;
  • Un’azienda di medie dimensioni in forte crescita;
  • Un job title che si spende bene su LinkedIn: Head of Digital & Communication;
  • Un team, quello Digital, da fare crescere con persone già autonome che conoscono bene il settore e l’azienda;
  • Il riporto diretto al Presidente.

Quello che mi aveva colpito durante i colloqui era poi il senso d’appartenenza che mi veniva trasmesso. Persone fiere di lavorare lì. Era tutto quello che avevo bisogno dopo anni di piagnistei in sala break.

Finalmente un po’ di positività.

Ecco il primo giorno, tutto scorre secondo gli standard:

  • Burocrazia con risorse umane;
  • Breve presentazione del team;
  • Induction sui prodotti fatto dalla Responsabile dell’area Brand
  • Pranzo fuori con il capo e il Direttore commerciale
  • Presentazione “ufficiale” del team.

Ognuna di loro ha preparato qualche slide su quanto fatto e su come può supportare il team al meglio. E’ davvero tutto perfetto.

Il presidente mi chiede: “Marco, vuoi sapere altro? chiedi pure quello che vuoi”.

Io di domande ne avrei volute fare un milione ma tutta quella perfezione mi aveva stranito e ho pensato non fosse la sede giusta per saperne di più.

Alle 16.00 inizia così la mia prima riunione con la mia “squadra”. Scendiamo in cucina sui divanetti per fare una cosa informale.

Le ragazze sono tese; sono sempre state autonome e ora gli hanno messo lì me per fare il “guardiano”. Non sanno cosa aspettarsi.

La prima frase che esce dalla mia bocca è:

“Va bene dai… ho visto solo cose splendide quì oggi. Ora mi dite cosa non funziona vero?”

Era più una frase per mettere tutti a proprio agio, non mi sarei aspettato il primo giorno tutta quella trasparenza.

Si è aperto il vaso di pandora. Ora è tutto chiaro. Il castello di carta cade un pezzo alla volta e così anche la mia positività.

Concludo il meeting con un: “bè quindi siamo 3 Manager! Lei è …., Lui è… , e io che centro?

Nulla era quello che sembrava da fuori.

Prima di iniziare pensavo fosse solo una questione di mesi, ma mai mi sarei immaginato di vedermi in così poco tempo nuovamente alla ricerca di un lavoro.

Questa però è una storia di Karma, e questa volta è tutto dalla mia parte.

Da una brusca conclusione è iniziato un nuovo capitolo che posso descrivere ora citando Chris Gardner o meglio Will Smith nel film di Gabriele Muccino La Ricerca della Felicità:

Questa parte della mia vita, questa piccola parte della mia vita si può chiamare Felicità!

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