Passata alla storia come la rissa più famosa della storia NBA ma anche la fine di una squadra e di un sogno.
Malice at the Palace è una delle puntate della serie Untold di Netflix racconta gli “incidenti” di una sera del 2004 durante la partita tra Detroit Pistons e Indiana Pacers al Palace di Auburn Hills (da quì il titolo).
Nella prima maxi rissa della Storia NBA tra pubblico e giocatori la maggior parte delle persone che ricordano questi fatti non possono non collegare il tutto ad un nome: Ron Artest.
Certo, I più preparati potrebbero citare anche Jermaine O’neal e Stephen Jackson ma il 91 in maglia Pacers è il simbolo di quel momento. In effetti vedere un giocatore saltare le file della tribuna per azzuffarsi con un tifoso non succede tutti i giorni.
Anche questa volta Netflix non sbaglia. “I cattivi” sono più interessanti. Basta un breve passo all’indietro rimanendo nel mondo della palla a spicchi oltre-oceano per ricordare gli idoli adolescenziali dal cazzotto facile: I vari Dennis Rodman, Charles Oakley, Bill Laimbeer e naturalmente Ron Artest.
Ma questa volta, forse senza volerlo, si abbandona il copione “facile” e scontato dell cavalcata trionfale (già visto in “The Last Dance”).
In Malice at the Palace il protagonista perde. Questa è una storia che parla di sconfitta:
- La sconfitta di una lega. L’NBA in quel momento tocca il suo punto più basso, per rialzarsi poco dopo definendo nuovi standard di comportamento sia per i giocatori sia per i tifosi;
- La sconfitta di una squadra, costruita per concludere la stagione con il Larry O’Brien Championship Trophy tra le mani ma che in realtà concluderà la stagione smantellandosi;
- La sconfitta per una icona della NBA: Reggie Miller. 18 Stagione vissute battagliando sul campo da basket alla ricerca della vittoria finale, trovando però sempre sulla sua strada team insormontabili; prima Jordan e i suoi Chicago Bulls, poi i Lakers del 3 peat. La stagione 2004/05 era probabilmente quella giusta, la sua ultima chance ma la Rissa di Detroit segnò per lui la fine del sogno e la scelta obbligata di appendere le scarpette al chiodo a fine anno.
In quella Nba di inizio anni 2000 rimane sempre un’unica costante; quando mancano le squadre corazzate che ammazzano la stagione o qualcuno non fa abbastanza per vincere, in quel momento è sempre l’anno dei San Antonio Spurs.