Colgo l’occasione di scrivere questo breve spunto proprio oggi che Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, si trova a Tortona, mia città natale, per supportare la coalizione di centro destra nella elezioni comunali tortonesi.
Questo pezzo non vuole aver alcuno indirizzo politico ma solamente analizzare il tipo di comunicazione politica portata avanti negli ultimi tempi dal leader della Lega, inquadrandolo in una nuova modalità di fruizione del web orientata alla velocità e superficialità.
Il nome di Matteo Salvini, negli ultimi tempi è diventato un vero e proprio tormentone; in un momento storico, di campagna elettorale continua, il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri si trova costantemente presente su ogni mezzo di comunicazione esistente; dalla televisione, alla radio passando sempre e comunque dai suoi profili social. Sono proprio quest’ultimi che dalla scorsa settimana hanno creato un tumulto mediatico legato alla pubblicizzazione della seconda edizione del contest Vinci Salvini
Ma che cosa è Vinci Salvini?
Vinci Salvini è quello che nel settore della comunicazione chiameremmo un Contest Web “tradizionale” o meglio come descritto nella pagina del regolamento: una “gara social” su Facebook, Instagram e Twitter tra migliaia di utenti che sostengono Matteo Salvini in vista delle elezioni europee del 26 maggio 2019. Vince, ogni giorno e ogni settimana, l’utente che ha generato più punti.
A livello di personal branding, Matteo Salvini ha lavorato molto sulla propria figura acquisendo per il proprio audience, e non solo, alcuni tratti riconoscibili che lo rendono una sorta di icona.
Vinci Salvini a livello comunicativo e tecnologico è sicuramente un caso molto interessante perchè il Vicepresidente del Consiglio sta facendo esattamente quello che dovrebbero fare tutti i brand, nella realizzazione di un contest social:
- Ideare una Strategia: L’idea, il concept, la realizzazione di un qualsiasi contest non possono prescindere da un meccanismo e da un regolamento il più semplice e immediato possibile e VINCI SALVINI lo è sicuramente.
- Generare un contenuto principale: Il Contest serve per “incorniciare” il contenuto della campagna comunicativa di Salvini. Ogni post è un contenuto ad hoc per richiamare interessi e ideologie.
- Essere multipiattaforma: Legata alla parte di strategia è la realizzazione di un contest che funzioni perfettamente sulle 3 piattaforme social più diffuse tra gli elettori in modo da allargare in maniera esponenziale il bacino dei possibili partecipanti.
- Creare Engagement con una piattaforma proprietaria: Seguendo le direttive per la realizzazione di contest digitali è necessario avere una piattaforma proprietaria o un sito di appoggio sul quale far risiedere fisicamente tutte le informazioni e tutte le interazioni degli utenti.
- Acquisire i dati di contatto: Dati, informazioni e interessi sono quelli che Facebook (tramite la login di Facebook) o l’utente cedono alla piattaforma per ogni nuova iscrizione.
- Profilare i dati in maniera più profonda possibile: Una volta iscritti sono molte altre le informazioni che sono richieste all’utente per poter iniziare a interagire con il contest. Oltre ad indicare il nome utente dei propri canali social (Facebook, Instagram e Twitter) vengono anche chieste informazioni sensibili come età, sesso, comune di residenza.
- Avere a disposizione i dati e poterli riutilizzare in piena autonomia: Una volta che i dati sono a disposizione del team di Salvini, la promozione e la comunicazione ufficiale può essere fatta direttamente senza passare da piattaforme terze come quelle dei social network.
Come riporta in maniera impeccabile Fabio Lalli sui propri profili social:
Matteo Salvini usa i social per amplificare e coinvolgere, creando polemica così da aumentare ancora di più il coinvolgimento emozionale. La mole di interazioni e la propagazione aumenta, cresce la portata ed il costo di acquisizione diminuisce grazie alla viralità. E tutto questo gli permette di far atterrare gli utenti in uno spazio proprietario dove finalizzare la sua strategia: entrare in contatto diretto
Tralasciando gli aspetti tecnici di questa campagna comunicativa con Vinci Salvini ci si trova però a cavalcare aspetti di comunicazione web completamente antitetici rispetto quelli ai quali siamo stati abituati negli ultimi anni.
Nel mondo digital il punto saldo di riferimento è sempre stato il motto CONTENT IS KING pronunciato per la prima volta da Bill Gates nel 1996 tanto che i maggiori player mondiali nel settore come Facebook e Google hanno tarato i loro algoritmi per sottolineare e premiare (insieme ad altri parametri) la rilevanza e l’autorevolezza di un contenuto.
Il contenuto e la sua qualità sono sempre stati considerati aspetti fondamentali del business; ma per quale motivo? Semplicemente perchè:
- I contenuti di qualità alzano il livello culturale del tuo audience;
- I contenuti di qualità ti posizionano sul mercato come una voce autorevole;
- I contenuti di qualità creano una maggiore predisposizione a interagire con te in maniera naturale rispetto ad un banner pubblicitario;
- I contenuti di qualità aumentano la fidelizzazione dell’audience che riconosce lo sforzo nel produrre contenuti sempre originali;
- I contenuti di qualità creano una maggiore interazione diretta con l’audience;
- I contenuti di qualità vengono recepiti e considerati meglio in ambito SEO;
- I contenuti di qualità sono il boost per una crescita netta del proprio business.
Salvini nella realizzazione del suo contest mette in primo piano la sua persona rispetto al messaggio ( il brand al di sopra del contenuto / la figura politica al di sopra del programma elettorale). Con Vinci Salvini gli utenti per vincere sono invogliati e spronati non a prestare attenzione al contenuto ma a fidarsi ciecamente a qualsiasi cosa venga pubblicata dal proprio “idolo”; infatti non importa a cosa metto like se ho la possibilità di vincere comunque qualcosa.
Questa meccanica corre insieme ad un trend sfortunatamente molto diffuso che vede gli utenti navigare la rete e in particolar modo i social network sempre più in maniera rapida e superficiale lasciando sempre meno tempo e attenzione agli approfondimenti e alla qualità del messaggio. La maggior parte degli utenti web si informa sui social network senza verificare la fonte delle notizie e nella maggior parte dei casi basta qualche rapido scroll ai titoli degli articoli o ai meme per farsi un’opinione propria.
Sono molti gli esempi che dimostrano come spesso le notizie e informazioni siano passate o recepite in maniera “fallace” e come gli utenti tramite i loro post e ricondivisioni confermino che il contenuto non viene letto nella sua interezza. Quello qui sotto è un esempio passato alla ribalta nazionale sulle maggiori testate informative che mostra come quello che genera informazione, lead e notizia è semplicemente il titolo sbattuto in evidenza e non il contenuto dell’articolo a volte completamente ignorato o a volte soltanto parzialmente coerente con il titolo.
Da un punto di vista etico quello che lascia perplessi in un momento storico così ricco di possibilità a livello comunicativo è vedere come la maggior parte dei content editor cerchino di sfruttare a proprio vantaggio la superficialità dell’audience rispetto ad uno sforzo ben più nobile, quello dell’educazione, tratto distintivo del buon giornalismo, della buona politica e del buon senso che non dovrebbe scendere a compromessi per risultare “popolare”.